Il Pleurotus eryngii (DC.) Quél., 1872, comunemente noto come cardoncello, è un fungo basidiomicete della famiglia delle Pleurotaceae commestibile molto ricercato ed apprezzato, noto fin dall'antichità. È originario del bacino del Mediterraneo, ma viene coltivato anche in molte parti dell'Asia[1][2]
Carnoso, convesso, poi depresso al centro, margine involuto, leggermente vellutato; di colore biancastro, poi brunastro; 3–10 cm di diametro. La colorazione cambia in base al clima: più chiara quando esposto al sole
Bianco-grigiastre, decorrenti sul gambo.
4-10 x 1–3 cm, sodo, centrale o eccentrico, attenuato alla base, di colore biancastro, con macchie color ocra-ruggine.
Bianca, soda e consistente.
10-13 x 4-6 µm, bianche in massa, lisce, ellissoidali, non amiloidi.
L'habitat del cardoncello si estende dall'oceano Atlantico fino all'Asia occidentale passando dal bacino del Mediterraneo e dall'Europa centrale.
Il cardoncello cresce spontaneamente in quasi tutta l'Italia centromeridionale. In Abruzzo e Molise è noto con il nome di cardarella, è chiamato cardengìdde nella Murgia, in Valle d'Itria e sul Gargano, mentre nel nord Salento è chiamato cardunceddu. È presente anche in Sardegna, dov'è conosciuto col nome di cardolinu de petza (fungo di carne), antunna o antunnu eru o antunna era. Si trova in quantità anche sulle colline del centro Sicilia, tra le province di Caltanissetta, Enna e Palermo, dove viene chiamato funciu di ferula. Nell'Alto Lazio (Tarquinia, Tuscania, Monti Cimini ) sono ricercatissimi con il nome di ferlenghi.
È un fungo saprofita che fruttifica dalla primavera all'autunno sulle radici morte delle ombrellifere o del cardo; nel nord del Salento si può trovare anche d'inverno, in campi aperti su terreni misti con roccia (cuti).
Eccellente.
Si presta molto bene alla coltivazione. Viene regolarmente coltivato in Germania a scopo edule.
Oltre al biotipo Pleurotus eryngii var. eryngii, esistono alcune varietà sulle quali sono in atto studi e dispute tassonomiche.
Le varietà attualmente prese in considerazione sono:
Pleurotus eryngii var. elaeoselini Venturella, Zervakis & La Rocca, Mycotaxon 76: 420 (2000).
Cresce associato alle radici di Eleoselino (Elaeoselinum asclepium).
Pleurotus eryngii var. ferulae (Lanzi) Sacc., Sylloge fungorum (Abellini) 5: 347 (1887).
Si differenzia dal biotipo per la taglia maggiore, il colore più chiaro, il portamento più slanciato e spesso imbutiforme e la cuticola screpolata con tempo secco.
Pleurotus eryngii var. thapsiae Venturella, Zervakis & Saitta, (2002).
Varietà che cresce associata alla Thapsia garganica, di recente delimitazione.[3]
Oggi è considerata una specie a sé stante con il nome di Pleurotus nebrodensis, endemica delle Madonie, che cresce associata a Cachrys ferulacea.[4]
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(aiuto). Il Pleurotus eryngii (DC.) Quél., 1872, comunemente noto come cardoncello, è un fungo basidiomicete della famiglia delle Pleurotaceae commestibile molto ricercato ed apprezzato, noto fin dall'antichità. È originario del bacino del Mediterraneo, ma viene coltivato anche in molte parti dell'Asia