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Regalecidae ( Italian )

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I Regalecidi (Regalecidae) sono una piccola famiglia dell'ordine dei Lampriformi; sono grandi pesci pelagici dal corpo notevolmente allungato[1]. Diffusi in tutte le acque oceaniche temperate e tropicali, ma avvistati solo di rado, i Regalecidi comprendono cinque specie suddivise in due generi. Una di queste, il re delle aringhe (Regalecus glesne), è entrata nel Guinness dei primati per essere il più lungo pesce osseo vivente, potendo raggiungere gli 11 metri, sebbene non superi normalmente i tre[2][3][4][5]. In base ad un'osservazione da un batiscafo si è supposto che un esemplare, non misurato, raggiungesse i 17 metri[6][7].

Il nome comune di «pesce remo» attribuito a queste specie deriva probabilmente dalla forma del corpo, estremamente compresso e allungato, o forse dalla falsa credenza diffusa in passato che sosteneva che questi pesci si spostassero «remando» nell'acqua con le lunghe pinne pelviche[8]. Il nome della famiglia, Regalecidi, deriva dal latino regalis, che significa «regale». Gli occasionali spiaggiamenti di pesci remo dopo le tempeste e il fatto che risalgano in superficie quando sono malati o morti, rende i Regalecidi tra i maggiori indiziati all'origine dei racconti riguardanti i serpenti di mare.

Sebbene le specie di maggiori dimensioni siano considerate specie pescabili e vengano (occasionalmente) pescate a scopo commerciale, i pesci remo vengono catturati vivi solo molto raramente; la loro carne non è molto appetibile a causa della sua consistenza gelatinosa.

Descrizione

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Un pesce remo arenatosi su una spiaggia delle Bermuda nel 1860. Era lungo 4,9 metri e venne inizialmente descritto come un serpente marino.

Il corpo affusolato e nastriforme, di colore argentato, dei pesci remo - insieme all'impressionante pinna dorsale di colore variabile dal rosato al rosso cardinale - spiega la sensazione di maestosità che scaturisce dai rari incontri con questi animali. La pinna dorsale si origina sopra gli occhi (relativamente piccoli) e percorre l'intera lunghezza del corpo. Dei circa 400 raggi della pinna dorsale, i primi 10-12 sono allungati in vario modo e formano una cresta ondeggiante abbellita da macchie rossastre e da lembi di pelle all'estremità dei raggi. Anche le pinne pelviche, ridotte ciascuna a 1-5 raggi, sono allungate e ornate in modo simile. Le pinne pettorali sono estremamente ridotte e situate piuttosto in basso sul corpo. La pinna anale è completamente assente, mentre quella caudale può essere assente o molto ridotta; il corpo termina con una punta sottile. Tutte le pinne sono prive di vere e proprie spine. In base ad una testimonianza riferita da alcuni ricercatori neozelandesi, si sostiene che il pesce remo possa dare una «scossa elettrica» quando viene toccato[8].

Come altri membri dello stesso ordine, il pesce remo ha una piccola bocca obliqua estremamente protrusibile con denti non visibili. Il corpo è privo di scaglie e la pelle è ricoperta di guanina argentata facilmente abrasibile. Nel pesce stendardo (Agrostichthys parkeri) la pelle è rivestita da duri tubercoli. Tutte le specie sono prive di vescica natatoria e hanno un numero variabile di branchiospine.

Anche la colorazione è variabile; i fianchi sono quasi sempre ricoperti da strisce irregolari azzurrognole o nerastre e da puntolini e macchioline nere. Queste macchie spariscono rapidamente dopo la morte. Il re delle aringhe è di gran lunga la specie più grande della famiglia, con i suoi 11 metri di lunghezza (secondo alcuni 15 metri o più) e 272 chili di peso. Il pesce stendardo raggiunge una lunghezza totale di 3 metri, mentre il più grande esemplare conosciuto di Regalecus russelii misurava solo 5,5 metri di lunghezza.

Distribuzione

Le specie della famiglia hanno distribuzione globale. Tuttavia, gli incontri in situ con esemplari vivi sono molto rari e quasi tutto quello che conosciamo sulla distribuzione di questi animali è strettamente collegato con le testimonianze delle catture o degli esemplari spiaggiati[8].

Biologia

Tutte le informazioni che abbiamo sul comportamento e sull'ecologia dei pesci remo provengono dai rari incontri con i subacquei e dalle catture accidentali. In apparenza solitari, i pesci remo vivono fino a profondità di 1000 metri. Una fotografia in mostra in bar, ristoranti, pensioni e mercati di tutta la Thailandia, seguita da una didascalia con scritto «Regina dei Nāga catturata dall'Esercito Americano nel Fiume Mekong, presso la Base Militare del Laos, il 27 giugno 1973, lunga 7,8 metri», è un falso. In verità questa foto, scattata dal Tenente di Marina DeeDee Van Wormer, raffigura un pesce remo trovato spiaggiato dagli apprendisti della Navy SEAL sulle coste di Coronado (California)[9][10].

Al 17 febbraio 2003 risale la cattura di un «mostro» di 3,3 metri e 63,5 chili, rivelatosi poi un pesce remo, da parte della signora Val Fletcher; il pesce venne catturato con una canna da pesca innescata con un calamaro a Skinningrove, un insediamento costiero dell'Inghilterra nord-orientale[11].

Comportamento

Nel 2001 un pesce remo venne filmato vivo e in situ: la creatura di 1,5 metri venne individuata da un gruppo del personale della Marina USA durante l'ispezione di una boa alle Bahamas [1]. Il pesce remo venne visto nuotare allo stesso modo dell'amia, cioè ondulando ritmicamente la pinna dorsale e tenendo il corpo disteso. Alcuni pesci remo sono stati visti nuotare con orientamento verticale, con il lungo asse perpendicolare alla superficie dell'oceano; forse si tratta di una posizione assunta per localizzare il cibo: in questo modo il pesce può sfruttare al massimo la luce che proviene dalla superficie, localizzando meglio le sue prede.

Nel luglio del 2008 il ricercatore canadese William Sommers filmò il raro pesce nel suo habitat naturale al largo del Golfo del Messico. Questo è stato il primo avvistamento confermato di un pesce remo negli abissi, dal momento che quasi tutti gli esemplari conosciuti erano animali morti che galleggiavano in superficie o arenati sulle coste. La lunghezza del pesce venne stimata sui 5-10 metri[12].

Dal dicembre del 2009 al marzo del 2010 un insolito numero di pesci remo gracili Regalecus russelii[13] (宮の使い “Ryūgū-No-Tsukai”), noti nel folklore giapponese come i Messaggeri del Palazzo del Dio del Mare, è comparso nelle acque e sulle spiagge del Giappone; in quel Paese si dice che si vedano solo in previsione di un terremoto[14].

Nutrizione

I pesci remo si nutrono prevalentemente di zooplancton, precisamente di minuscoli eufausiidi, gamberetti e altri crostacei. Talvolta mangiano anche piccoli pesci, meduse e calamari. Tra i probabili predatori del pesce remo vi sono tutti i grandi carnivori dell'oceano aperto, tra cui lo squalo pinnabianca oceanico. I pesci remo non hanno denti visibili.

Ciclo vitale

L'oceanodromo Regalecus glesne depone le uova al largo del Messico da luglio a dicembre; si presume che tutte le specie della famiglia non facciano la guardia alle uova e si limitino a rilasciare in acqua le loro uova galleggianti, dai colori brillanti e lunghe 6 millimetri, che ben presto vengono incorporate nello zooplancton. Le uova si schiudono dopo circa tre settimane e gli avannotti che ne escono, estremamente attivi, iniziano a nutrirsi degli altri membri dello zooplancton. Gli avannotti ricordano molto gli adulti, con le lunghe pinne dorsali e pelviche e la bocca protrusibile[8]. Gli avannotti e i giovani sono stati visti nuotare appena sotto la superficie. Contrariamente gli adulti compaiono solo di rado in superficie, quando sono malati o feriti.

Specie

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Un giovane esemplare di Regalecus glesne

I Regalecidi comprendono due generi con cinque specie.

Note

  1. ^ Regalecidae in FishBase.
  2. ^ Regalecus glesne, King of herrings : fisheries, gamefish
  3. ^ *Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 88-8039-472-X
  4. ^ *Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
  5. ^ *Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, 1991 ISBN 88-425-1003-3
  6. ^ Bourton, Jody. Giant bizarre deep sea fish filmed in Gulf of Mexico. BBC Earth News
  7. ^ Oarfish Information Page, su nmfs.noaa.gov.
  8. ^ a b c d Olney, John E., Encyclopedia of Fishes, a cura di Paxton, J.R. & Eschmeyer, W.N., San Diego, Academic Press, 1998, pp. 157–159, ISBN 0-12-547665-5.
  9. ^ Trevor Ranges, A Big Fish Tale, su thailandroad.com, 2002 – 2006, 2. URL consultato l'8 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).
    «We were on our morning physical fitness run when we came across this huge fish lying on the sand.»
  10. ^ JOSN Jojm, photos by LT DeeDee Van Wormer, SEALs and a serpent of the sea (PDF), su ALL HANDS, Naval Media Center, aprile 1997, 20–21 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2006).
    «The silvery serpent of the sea – an oarfish – was discovered last year by Basic Underwater Demolition/SEAL (BUD/S) Instructor Signalman 2nd Class (SEAL) Kevin Blake.»
  11. ^ Russell Jenkins, Woman angler lands legendary sea monster, su timesonline.co.uk, The Times, London, 21 febbraio 2003. URL consultato il 25 febbraio 2010.
    «THE novice angler fishing off the rocks for mackerel thought that she must have hooked a big one. – Unfortunately the oarfish has been cut up into steaks for the pot.»
  12. ^ Jody Bourton, http://news.bbc.co.uk/earth/hi/earth_news/newsid_8501000/8501251.stm, in BBC, 8 febbraio 2010. URL consultato il 9 febbraio 2010.
  13. ^ Regalecus russelii (Cuvier, 1816) species summary, su fishbase.sinica.edu.tw, FishBase Consortium. URL consultato il 23 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2011).
  14. ^ Daiki Yamamoto, Sea serpents' arrival puzzling, or portentous?, su search.japantimes.co.jp, Kyodo News, 4 marzo 2010. URL consultato il 6 marzo 2010.
    «TOYAMA — A rarely seen deep-sea fish regarded as something of a mystery has been giving marine experts food for thought recently after showing up in large numbers along the Sea of Japan coast.»

Bibliografia

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Il nome comune di «pesce remo» attribuito a queste specie deriva probabilmente dalla forma del corpo, estremamente compresso e allungato, o forse dalla falsa credenza diffusa in passato che sosteneva che questi pesci si spostassero «remando» nell'acqua con le lunghe pinne pelviche. Il nome della famiglia, Regalecidi, deriva dal latino regalis, che significa «regale». Gli occasionali spiaggiamenti di pesci remo dopo le tempeste e il fatto che risalgano in superficie quando sono malati o morti, rende i Regalecidi tra i maggiori indiziati all'origine dei racconti riguardanti i serpenti di mare.

Sebbene le specie di maggiori dimensioni siano considerate specie pescabili e vengano (occasionalmente) pescate a scopo commerciale, i pesci remo vengono catturati vivi solo molto raramente; la loro carne non è molto appetibile a causa della sua consistenza gelatinosa.

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